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Quel che non resta - inverno 2022

I finiti è una categoria di post che viene diritta diritta dal decennio scorso, forse anche qualcosa in più. Mi sono stati utili allora e li trovo ancora utili oggi. 

Ho smesso l'elenco estenuante, non troverete tutto quello che ho finito in questi mesi ma quei prodotti che mi hanno fatto fare una riflessione. 

Insomma, la forma è un po' cambiata ma vi toccano anche in questo decennio. In compenso vi ho scelto delle immagini adorabili. 


Tra la quantità spropositata di bagnoschiuma, deodoranti e similari finiti, una menzione per la linea Dicora Urban Fit, scoperta da Acqua&Sapone (mio piacevole  regno di perdizione low cost). 

Mi ha subito colpita per il packaging e le fragranze insolite


Ho preso il bagnoschiuma al Latte e Melone e mi è piaciuto molto. Adesso ho intravisto anche alcune referenze delle creme corpo e dei profumi e sicuramente le proverò. 

Non mi dispiacerebbe provare anche i prodotti per i capelli, ma al momento se ne trovano solo alcuni su Amazon- e chiaramente non quelli che vorrei provare io. Speriamo arrivino sugli italici scaffali. 

Appunto, capitolo capelli: una delle note più dolenti del mio mondo cosmetico. Negli anni sono riuscita a trovare dei preferiti/mai più senza in tutte le categorie, eccetto in questa. Ho investito cifre altissime, ho comprato prodotti mainstream e di super nicchia, ma la ricerca del sacro Graal continua. 

Nel frattempo, ho già finito e ricomprato il balsamo Mane 'n Tail. Che è un brand che nasce e produce prodotti per il trattamento della criniera dei cavalli. 



Ma hanno avuto un enorme successo tra umani e hanno anche lanciato linee per bipedi. Il loro è un balsamo super ricco e nutriente, lo senti già dalla consistenza sotto le dita. Non lo uso sempre ma quando sento i  miei capelli particolarmente desiderosi di cura, un abbondante impacco aiuta. Attualmente sto esplorando un altro ennesimo marchio- con apparente soddisfazione ma non lo citiamo per ora scaramanticamente- ma sicuramente lo riprenderò.


Dove invece ho trovato una relativa pace è nel capitolo SkinCare: ho finito tutte le travel Size dell'Estetista Cinica.



Resto innamorata della sua Golden Hour e della Vitamina C, ma tutte le altre su di me hanno giusto raggiunto la sufficienza. Resto anche convinta che le sue travel size siano geniali: una quantità più che sufficiente a capire se una crema ti piace ad un prezzo ragionevole. Se avete un dubbio o una curiosità, non fatevelo raccontare: scopritelo da sole.    

Ho anche finito, con un tempismo perfetto, il protocollo Autunno/Inverno Avene A Oxitive, ma per questo avremo un post dedicato. 

E niente, nonostante tutto questo tipo di post viene sempre molto lungo... e non ho inserito i finiti del progetto #22inmeno (li trovate su Instagram).


Meno male che ho scelto belle immagini.  



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3 cose che ho imparato su - e da- i miei capelli

Dei miei capelli e del mio rapporto con loro ho parlato assai spesso

La verità è che riuscire a capirli è cosa veramente difficile mentre è facile, facilissimo farsi incastrare da regole e regolette. 


Ma alla fine, in 47 anni, tre cose che mi aiutano a vivere meglio -tricologicamente e non solo-le ho capite. 


1. Ci sono cose che puoi cambiare, anche stravolgere, e altre che sono immutabili. 

Puoi cambiare il tuo peso, il tuo stile. Non puoi diventare più alta e non puoi cambiare la struttura dei tuoi capelli: avrai leggeri miglioramenti ma se i capelli sono sottili non diventeranno mai tronchi di Baobab. 


2.  Non è vero che se ci metti impegno, cura e dedizione tutto funzionerà. 

Tutto dovrebbe funzionare. Ma i capelli- e tutto l'universo attorno a te- ti restituiscono non quello che ti meriti ma quello che loro vogliono. Tu puoi e devi metterci tutta la tua buona volontà, la tua conoscenza, la tua dedizione. Ma il risultato non sarà mai automaticamente certo o definito per sempre. 


3. Quando pensi di sapere cosa vuoi e come averlo, probabilmente cambierai idea. 

Quest'inverno avevo deciso di essere liscia: ho investito in piastra Ghd, prodotti Shu Uemura senza remore e dopo lunghe ricerche e studi. Nel momento esatto in cui avevo finalmente tutto, ho ripreso ad andare in giro riccia (oddio, mosso rovinato sarebbe definizione più adatta). E quando pensavo di voler restare riccia, mi è tornata voglia di liscio. Non credo che questa altalena finirà mai. 



Io vi giuro: prima fate vostre queste tre immense verità, prima smetterete di torturare i vostri capelli- e voi stesse. 

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Disarmocromia, sei mia.

Brevissimo riepilogo per ignoranti come la sottoscritta: l'armocromia individua quali colori ti stanno meglio basandosi sui tuoi naturali (incarnato, capelli, occhi). 

Esistono 4 categorie, che si indentificano con le stagioni: primavera, estate, autunno e inverno. 



Ecco. Qui è dove si ferma la mia piena comprensione. 

Se volete parlare di sottogruppi -i warm, i brillanti, i profondi etc- o di contrasti e croma, addio, mi avete perso. 



Ho provato a capire. A studiare. A chiedere a chi ne sa. Non riesco ad andare oltre alla divisione grossolana, da passerella: riconosco il gruppo primavera/estate  e autunno/inverno. Punto. 

Ora potreste dirmi: vabbè, ma a che serve? Non ce li hai gli occhi per vedere se un colore ti sta bene? Sì e no. 

Sì: un gusto ce l'ho e so cosa mi piace. No: il gusto si educa e c'è gente che trova bello essere color cuoio tutto l'anno o le sopracciglia inesistenti.

Volevo capire meglio ed ho continuato a cercare informazioni.Ed è stato lì che mi sono scontrata con le talebane armocromatiche*.

Ragazze che chiedono se sia armo l'astuccio delle penne, che analizzano con maniacale attenzione ogni colore, ogni sfumatura. Mi hanno rovinato quello che era un piacevole gioco. Paradossalmente però, mi hanno anche aiutata tantissimo.

No, non so quale stagione io sia tra Inverno emillesfumature e Autunno emillesfumature. Non so che croma sono, se sono profonda, brillante, calda o fredda (vabbè no, questa la so. Sono fredda e olivastra. Voi mettereste mai assieme questi due concetti? Io no. Ve l'ho detto, non ci arrivo). 

Alla fine però, studia che ti ristudia, ho capito quali gruppi di colori mi valorizzano e quali mi mortificano. Ma, molto più importante, ho capito che non intendo rinunciare a colori che mi piacciono solo perché non in palette. 

Non ho passato una intera vita a lottare per uscire dalla gabbia del "non si mettono i glitter di giorno" per rinchiudermi nel "se sei inverno non puoi mettere il grigio chiaro". 



Non avete idea di che liberazione sia stata capire tutto questo: ritrovare la dimensione del gioco e la consapevolezza del mezzo. 

Adesso posso pianificare il mio biondo estivo- rigorosamente non armo- con tutta serenità: perchè per me l'estate è bionda, e amo che lo sia. 



* temo siano le cugine delle talebane bio. Molto spesso le categorie, ahimè, coincidono.        

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